NBA SANDBOX Podcast
Se non hai sbatti di seguire il miliardo di notizie NBA e vuoi farti una risata allora sei nel posto giusto.
CHI SIAMO?Sicuramente non siamo giornalisti e non ci interessa esserlo, siamo 6 amici sparsi per il mondo con interessi variegati, con la sola intenzione di fare due chiacchiere spiaggiati su un divano con pizza e birra a portata di mano.
Silve
Il più grosso What if della storia cestistica de no artri si è riscoperto improvvisamente colonna portante del nostro podcast. Dietro il microfono dimostra talento e classe tali da non necessitare alcuna preparazione.
“you're just talking about practice??”!!
Dietro al volante invece è in grado di recuperare ritardi abissali sotto le vesti del suo alter ego Fenando.. pilota mancato o futuro incidentato? Solo il tempo ce lo dirà! Nel frattempo ci godiamo la sua totale serenità e l’invidiatissima capacità di sbattersene fondamentalmente il cazzo di tutto. Perché Silve è così, Silve è uno stato mentale dove prima ti perdi e poi ti ritrovi. Silve è il nostro filosofo.
Lollo
Bipolare se ce n’è uno, se gli parte il cavallo è incontenibile. Quando si tratta di basket giocato un secondo prima lo ami, quello dopo lo odi: talento sprecato dotato di un primo passo alla DRose e di una testa calda clamorosa.. se non gli fischi fallo è la fine (non che poi sappia tirare i liberi). Oramai stabile in mezzo alle capre e ai monti, la barba e la capigliatura da pastore lo hanno cambiato. Il suo fondarsi sul valore dell’amicizia e le doti informatiche lo contraddistinguono e lo rendono un elemento imprescindibile del gruppo. Occhio perché se non gli vai a genio sei finito. In caso di discussione tra lui e Jokke il consiglio è quello di portare i pop-corn. Kobe è la sua religione, Buffa il suo vangelo.
Ha portato la mamba mentality nella vita di tutti i giorni. La porterà anche nella tua, sei avvisato.
Pozz
Dicono sia il padre fondatore del gruppo, colui che, in modo spesso poco democratico, tutto decide e silenziosamente trascina questo sestetto di sbandati. Promessa mancata del basket, stroncato da un infortunio, dall’amore, dal figlio e dal lavoro, diventa così anche lui un animale del basket parlato. Forse uno dei più esperti se non fosse annebbiato dal suo incondizionato amore per gli Spurs, chiedete al gatto Kawaii. Ama solo giocatori che puntualmente lo rovinano al fantabasket e non azzecca un pupillo dal 99. La calma e la pacatezza che lo contraddistinguono sono solo una maschera che lo aiuta ad addolcire le pugnalate al cuore che lancia in ogni direzione.
Jok
È un lord franco-anglo-italo-svizzero che, nonostante la sua carriera politica ormai lanciata, vuole provare a tutti i costi a rovinare la sua immagine parlando a vanvera nei nostri podcast. Il miglior cuoco del gruppo a mani basse, specialità sono la carbonara e intromettersi in qualsiasi discussione per far valere la sua opinione tirando matto chiunque gli passi a tiro. Oramai con sede in terra africana, vive la sua vita tra cocktail in spiaggia e viaggi improbabili in elicottero nella giungla. Nel basket giocato, l’unico obiettivo è farsi odiare con falli duri e gioco sporco. In quello parlato, spicca la sua oggettività sul tema Celtics, amore morboso e fastidioso che spesso lo porta nell'oblio.
Ricky
Stiamo parlando di un centro degli ultimi anni '90 nel corpo di un play. Scaltro, furbo, aggressivo, amante del midrange e delle botte in post. Astrofisico eclettico, si è da poco trasferito a Boston per festeggiare il titolo dei Celtics (bau) e per perseguire il suo sogno, diventare Paolo Fox 2.0. Segue l’NBA come gli americani il cricket ma comunque riesce sempre a dire la sua nei modi che più lo caratterizzano: diretto e violento. Appare e scompare che nemmeno Houdini. Illusionista.
Dreik
L'alter ego che ora mai ha ucciso Luca è forse l'icona di questo Podcast. Amato dai fan, arrogante e ignorante (in senso buono) come un film di Steven Seagal, si dice che di giorno lavori come commercialista / consulente / benefattore. Si affaccia al mondo del basket alla veneranda età di 18 anni (circa 50 anni fa ormai..) diventando presto una leggenda del playground. Ama più le icone che i giocatori di basket, dicono gli piaccia Toronto solo per Drake, non c’è altro da aggiungere (da qui, il soprannome Dreik). Il basket moderno di triple e brave persone lo disgusta, più propenso al basket aggressivo anni '90 - '00, quando volavano botte. Se dovessimo descriverlo con una scena, sarebbe Allen I over Tyronn Lue.. ovviamente lui è Tyronn...